Palermo, 29 ottobre 2008 - L’assessore regionale al commercio, Roberto Di Mauro, ha emanato la circolare che blocca nuovi grandi insediamenti commerciali. Il provvedimento è stato deciso in attesa di una soluzione, anche di natura legislativa, che assicuri sviluppo da una parte e sicurezza dall’altra, sotto il profilo urbanistico e ambientale.
“Se le strutture – ha dichiarato l’assessore – ricadono in comuni sprovvisti di programmazione urbanistica commerciale, l’amministrazione regionale non esaminerà più richieste di autorizzazioni per l’apertura di nuovi grandi centri di vendita, per trasferimento sede o ampliamento di superficie, oltre i limiti della normativa. Saranno valutate solo le istanze per le quali i consigli comunali hanno deliberato favorevolmente le relative variazioni urbanistiche entro la data di pubblicazione della circolare”.
“Per sviluppare un processo commerciale ordinato e governabile – ha aggiunto l’assessore – è necessaria una programmazione pluriennale che preveda, innanzitutto, la definizione di un piano urbanistico commerciale sostenibile, senza il quale il comune non potrà più istruire istanze per il rilascio di ulteriori autorizzazioni. Una preventiva programmazione consente alle amministrazioni locali di rispondere in modo più adeguato agli interessi dei protagonisti del settore impegnati nella grande distribuzione organizzata (Gdo) e nei piccoli e medi esercizi di vendita, e alle richieste più selettive dei 'nuovi consumatori'”.
Il provvedimento è il frutto di una serie di sollecitazioni pervenute dagli operatori, attraverso le associazioni di categoria, che hanno lamentato disfunzioni e difficoltà. Da un’attenta valutazione è stato rilevato, infatti, che in questi ultimi anni i grandi poli commerciali per i piccoli esercizi dell’area circostante hanno rappresentano una perdita. “Questo – ha osservato Di Mauro – non deve accadere. Si tratta di micro-realtà, spesso di grande qualità, da salvaguardare per attrarre investimenti ed evitare che si allontanino depauperando il valore di tutto il territorio”.
La circolare era, secondo l’assessore, un atto dovuto sul piano economico, sociale, urbanistico e turistico. Un nuovo insediamento occupare un’area talmente vasta da rendere necessarie nuove infrastrutture. In mancanza, si rischierebbe una congestione e un ulteriore inquinamento atmosferico”. Stefania Sgarlata
“Se le strutture – ha dichiarato l’assessore – ricadono in comuni sprovvisti di programmazione urbanistica commerciale, l’amministrazione regionale non esaminerà più richieste di autorizzazioni per l’apertura di nuovi grandi centri di vendita, per trasferimento sede o ampliamento di superficie, oltre i limiti della normativa. Saranno valutate solo le istanze per le quali i consigli comunali hanno deliberato favorevolmente le relative variazioni urbanistiche entro la data di pubblicazione della circolare”.
“Per sviluppare un processo commerciale ordinato e governabile – ha aggiunto l’assessore – è necessaria una programmazione pluriennale che preveda, innanzitutto, la definizione di un piano urbanistico commerciale sostenibile, senza il quale il comune non potrà più istruire istanze per il rilascio di ulteriori autorizzazioni. Una preventiva programmazione consente alle amministrazioni locali di rispondere in modo più adeguato agli interessi dei protagonisti del settore impegnati nella grande distribuzione organizzata (Gdo) e nei piccoli e medi esercizi di vendita, e alle richieste più selettive dei 'nuovi consumatori'”.
Il provvedimento è il frutto di una serie di sollecitazioni pervenute dagli operatori, attraverso le associazioni di categoria, che hanno lamentato disfunzioni e difficoltà. Da un’attenta valutazione è stato rilevato, infatti, che in questi ultimi anni i grandi poli commerciali per i piccoli esercizi dell’area circostante hanno rappresentano una perdita. “Questo – ha osservato Di Mauro – non deve accadere. Si tratta di micro-realtà, spesso di grande qualità, da salvaguardare per attrarre investimenti ed evitare che si allontanino depauperando il valore di tutto il territorio”.
La circolare era, secondo l’assessore, un atto dovuto sul piano economico, sociale, urbanistico e turistico. Un nuovo insediamento occupare un’area talmente vasta da rendere necessarie nuove infrastrutture. In mancanza, si rischierebbe una congestione e un ulteriore inquinamento atmosferico”. Stefania Sgarlata
Nessun commento:
Posta un commento