Palermo, 18 dicembre 2008 - “L’Atlante socioeconomico della Sicilia” è stato presentato oggi dall’assessore regionale al Bilancio, Michele Cimino, e dal dirigente generale del Dipartimento, Vincenzo Emanuele. I contenuti del volume sono stati illustrati da Giuseppe Nobile, dirigente del Servizio statistica della Regione e da Francesco Abate, dell’ufficio regionale per la Sicilia dell’Istat. Alla tavola rotonda, con padre Giovanni Notari, del Centro studi ‘Pedro Arrupe’, e Mario Centorrino, dell’Università di Messina, è seguito un dibattito con le conclusioni di Saverio Gazzelloni, direttore della direzione centrale per il coordinamento degli uffici regionali Istat.
“L’Atlante Socioeconomico della Sicilia è il prodotto di una collaborazione pluriennale dei nostri uffici con l’Istat e rappresenta, sia nel merito che nel metodo, un’innovazione capace di offrire agli utilizzatori, attraverso un ampio spettro di cartografie, un set informativo più completo e di immediata lettura sulla nostra regione”. Lo ha affermato l’assessore regionale al Bilancio e alle Finanze, Michele Cimino, presentando la pubblicazione frutto di una sinergia con l’Istituto nazionale di Statistica e il Sistema Statistico nazionale. “La ‘società della conoscenza’ ci fa conseguire - ha proseguito Cimino - una piena comprensione della realtà amministrata, anche con azioni estemporanee, promuovendo al tempo stesso la diffusione dei dati e la loro elaborazione in tutti i campi, segnatamente nei processi produttivi a più alto valore aggiunto. Tale sapere non deve, però, tramutarsi in accumulazione acritica ed inorganica. Ogni input di dati deve essere opportunamente elaborato e selezionato, deve riflettere i fenomeni reali e prestarsi a continue verifiche per stabilirne l’affidabilità, deve essere in sostanza assistito dalla funzione statistica che, nel settore pubblico e nel rispetto di principi costituzionali, si vuole ispirata a criteri di imparzialità, accessibilità e controllo democratico”. “L’impegno del dipartimento del Bilancio - ha detto il ragioniere generale, Vincenzo Emanuele - sarà quello di proseguire nel cammino intrapreso. Una buona informazione statistica come base per una migliore conoscenza della realtà locale porta a processi decisionali pubblici sempre più trasparenti, efficaci ed efficienti. E’ questa la motivazione che ci spinge e che si coniuga con crescente evidenza alla richiesta che da tutti proviene verso un più facile accesso alla comprensione della complessa realtà regionale”. Giancarlo Felice

ATLANTE SOCIOECONOMICO DELLA SICILIA
Una lente per leggere i cambiamenti a scala territoriale.

PALERMO - La stagnazione demografica ha investito anche la Sicilia: le cause sono da ricercare nel declino delle nascite, nella disaffezione nei confronti del matrimonio e nella ripresa dei flussi migratori. La riduzione dei flussi di rinnovo della popolazione sta configurando un profilo d’invecchiamento della popolazione quasi in linea con il modello medio nazionale. Tuttavia dall’analisi dei dati disaggregati a livello comunale emergono situazioni diversificate che offrono interessanti letture sotto il profilo territoriale.
Sono questi in sintesi i principali elementi contenuti nell’Atlante socioeconomico della Sicilia, realizzato dall’Ufficio regionale dell’Istat in collaborazione con il Servizio Statistica della Regione Siciliana, presentato oggi nella sala riunioni dell’assessorato al Bilancio e Finanze.
Il volume riunisce, secondo uno schema organico e coerente, un insieme di dati e indicatori presentati in cartogrammi per rendere più agevole la comprensione di fenomeni talvolta complessi e consentire di conoscere e quindi valutare l’entità e la dinamica delle trasformazioni.
Nella prima parte dell’Atlante sono riportate 167 cartografie articolate in tre aree tematiche: territorio e ambiente, popolazione e società, economia. La seconda parte contiene 101 cartografie in cui sono rappresentati indicatori calcolati per nove tipologie di aggregazioni funzionali (Aree metropolitane, Aziende Unità Sanitarie Locali, Circondari giudiziari, Collegi elettorali, Gruppi di Azione Locale, Patti territoriali, Progetti Integrati Territoriali, Sistemi Locali del Lavoro, Sistemi Locali del lavoro Turistici).
Dai dati statistici riguardanti le nove province siciliane emerge che Catania con una densità demografica pari a 303 abitanti per kmq è la prima nella graduatoria, seguita da Palermo e Messina (249,6 e 201,4) mentre in coda quella di Enna con 67 abitanti per Kmq (in Sicilia il valore medio è pari a 195,1). Analoga la situazione per quanto riguarda la densità delle abitazioni i cui valori oscillano da un massimo del catanese di 137 case per kmq di superficie totale a un minimo di Enna pari a 37 unità. Per quanto riguarda le seconde case ovvero le abitazioni vuote o occupate da non residenti, al censimento i dati documentano valori superiori alla media regionale (pari al 30,2% del totale) per Agrigento (39,1%), Ragusa (38%), Trapani (34,9%) ed Enna (31,3%); la graduatoria si chiude con Catania che presenta una quota pari al 23,6%.
Nell’ultimo decennio le maggiori perdite relative in termini di popolazione sono state in prevalenza a carico delle aree più interne della regione: flessioni più marcate si registrano infatti per Enna con un valore pari a -15% , seguita da Caltanissetta (-7,2%), Agrigento (-5,8%) e Messina (-3,9%); Catania con il 7,6% e Palermo con il 4,7% registrano le performance più positive in considerazione anche della crescente presenza della componente straniera (il corrispondente dato medio per l’intera Isola è pari all’1,6%). Il tasso medio di natalità dell’isola è pari al 10,1 per mille abitanti e risulta convergente sul livello medio nazionale (9,6 per mille): valori superiori alla media regionale si registrano per le province di Caltanissetta, Palermo e Catania mentre a Messina ogni mille abitanti nascono poco più di 8 bambini. Ogni 100 persone con meno di 15 anni nella regione, ve ne sono in media 111 con più di 64 anni: in cima alla graduatoria provinciale appare Messina (141,4) seguita da Enna (127,2), mentre in coda alla classifica e con valori inferiori alla media dell’Isola, le aree di Catania (97,4) e Palermo (102,6).
I dati di profilo economico confermano il ritardo in termini di occupazione e sviluppo dell’Isola rispetto al resto del Paese: l’indice generale di dotazione economica ovvero il rapporto tra gli occupati e la popolazione residente (calcolato sulla base dei dati raccolti in occasione del censimento demografico e disponibile anche a livello comunale) con un valore pari a 26,1% conferma tale distanza (in Italia il dato corrispondente è pari al 36%). L’indice di imprenditorialità spiega che ogni 1.000 abitanti nella regione sono presenti in media 53,1 unità locali d’imprese: a Ragusa spetta il primato della classifica con un valore pari a 59,7%, seguita da Trapani con il 58,1%. La graduatoria si chiude con Siracusa (47,5%), Enna (48,6%) e Palermo (48,9%). La vocazione al terziario dell’economia isolana è confermata anche dai dati sugli addetti alle unità locali dei servizi che in media sono pari a circa il 70% del totale, con valori che vanno dal 75,7% di Palermo al 61,7% di Siracusa.
E, tuttavia, scendendo ad un livello di analisi sub-provinciale, si possono cogliere segnali di maggiore dinamismo economico. Nell’area nord-occidentale si è confermato il “sistema del vino” e sempre crescente è il numero di aziende agricole che producono vini di qualità. Nell’area sud-orientale, allo sviluppo turistico legato agli itinerari culturali e naturalistici si combina la crescita di un’agricoltura specializzata, una nuova riorganizzazione del settore chimico, il trend positivo dei settori manifatturieri collegati all’ITC. Ciò significa che all’interno del territorio si registrano segnali di cambiamento rispetto al passato a partire da quei sistemi locali dove imprenditori, spesso giovani, chiedono da una parte minore assistenza ma regole e procedure certe e snelle, dall’altra interventi pubblici orientati all’apertura al mercato in termini competitivi e un’offerta di servizi più efficienti.
Al volume sono allegati: un cd-rom ipertestuale, che consente appunto di navigare agevolmente all’interno dei singoli capitoli per ricercare quegli elementi che accomunano parti di territorio o quegli indicatori che testimoniamo differenze marcate all’interno della regione; un opuscolo che riporta per i 390 comuni siciliani un set di indicatori statistici, selezionati per area tematica. Grazie all’uso del cd-rom si possono visualizzare le cartografie oppure accedere ai valori puntuali degli indicatori raggruppati per singolo comune o all’insieme degli indicatori per il totale dei comuni.
Sfogliando la terza parte del volume il lettore potrà approfondire i contenuti mediante la consultazione della schede informative in cui sono descritti i criteri sottostanti la creazione delle aggregazioni geografiche funzionali e dei metadati che sintetizzano il patrimonio informativo raccolto, le definizione degli indicatori e le molteplici fonti, in prevalenza del Sistema Statistico Nazionale, che sono state selezionate. Infine, è inserito il glossario con le definizioni degli aggregati più significativi.
L’Atlante, dunque, si configura quale strumento di conoscenza utile a quanti sono impegnati nella gestione dei processi di trasformazione urbanistica, sociale ed economica del territorio.