Palermo, 19 dicembre 2008 -L'assessorato regionale al Territorio e Ambiente mette ordine ai procedimenti per l'utilizzo delle terre e rocce da scavo, emanando un decreto, a firma dell'assessore Giuseppe Sorbello, che dà risposte alle numerose richieste pervenute da enti pubblici e società private.
L'ultimo intervento dell'assessorato sull'argomento risaliva al 28 giugno dello scorso anno con una circolare per la “semplificazione delle procedure amministrative relative alle terre e rocce da scavo provenienti da cantieri di piccole dimensioni”.
Il decreto e le “linee sull'utilizzo” prevede modalità e condizioni, tutte le procedure operative di progetto e amministrativo per l'utilizzo delle terre e rocce da scavo.
“L'obiettivo principale - afferma Sorbello - è venire incontro alle esigenze di chiarezza e organicità più volte rappresentate da operatori ed amministratori predisponendo delle linee guida per l'utilizzo delle terre e delle rocce da scavo. Con questo provvedimento, l'approvazione dei progetti che prevedono l'utilizzo delle terre e rocce da scavo secondo le finalità normative, viene demandata al Comune, nel quale sarà collocato il materiale. Inoltre - conclude Sorbello - viene prevista la tracciabilità dei materiali, fornendo agli organi di controllo gli strumenti più idonei per individuare con più esattezza la movimentazione e l'utilizzo del materiale nell'ambito territoriale”.
Il decreto, fra l’altro, colma alcuni vuoti: infatti, se le novità introdotte con il D.L.vo n. 04/08 sembravano finalizzate a uno snellimento delle procedure per rendere più fattibile il reale riutilizzo delle terre e rocce, talune prescrizioni ne rendevano molto problematico l'utilizzo. In particolare, fra le condizioni da rispettare vi era quella che le terre e le rocce da scavo dovevano essere "impiegate direttamente nell'ambito di opere o interventi preventivamente individuati e definiti" e che "sin dalla fase di produzione vi sia certezza dell'integrale utilizzo".
La norma, quindi, non prevedeva la possibilità di indicare, successivamente all'esecuzione di un certo intervento, le modalità di utilizzo del materiale in esubero derivante dagli scavi ove ciò non fosse avvenuto in sede progettuale, come pure non prevedeva di variare le modalità e/o i luoghi di utilizzo del materiale rispetto a quelli originariamente previsti in progetto.
A tutto ciò da adesso risposta il nuovo decreto. Enzo Fricano
L'ultimo intervento dell'assessorato sull'argomento risaliva al 28 giugno dello scorso anno con una circolare per la “semplificazione delle procedure amministrative relative alle terre e rocce da scavo provenienti da cantieri di piccole dimensioni”.
Il decreto e le “linee sull'utilizzo” prevede modalità e condizioni, tutte le procedure operative di progetto e amministrativo per l'utilizzo delle terre e rocce da scavo.
“L'obiettivo principale - afferma Sorbello - è venire incontro alle esigenze di chiarezza e organicità più volte rappresentate da operatori ed amministratori predisponendo delle linee guida per l'utilizzo delle terre e delle rocce da scavo. Con questo provvedimento, l'approvazione dei progetti che prevedono l'utilizzo delle terre e rocce da scavo secondo le finalità normative, viene demandata al Comune, nel quale sarà collocato il materiale. Inoltre - conclude Sorbello - viene prevista la tracciabilità dei materiali, fornendo agli organi di controllo gli strumenti più idonei per individuare con più esattezza la movimentazione e l'utilizzo del materiale nell'ambito territoriale”.
Il decreto, fra l’altro, colma alcuni vuoti: infatti, se le novità introdotte con il D.L.vo n. 04/08 sembravano finalizzate a uno snellimento delle procedure per rendere più fattibile il reale riutilizzo delle terre e rocce, talune prescrizioni ne rendevano molto problematico l'utilizzo. In particolare, fra le condizioni da rispettare vi era quella che le terre e le rocce da scavo dovevano essere "impiegate direttamente nell'ambito di opere o interventi preventivamente individuati e definiti" e che "sin dalla fase di produzione vi sia certezza dell'integrale utilizzo".
La norma, quindi, non prevedeva la possibilità di indicare, successivamente all'esecuzione di un certo intervento, le modalità di utilizzo del materiale in esubero derivante dagli scavi ove ciò non fosse avvenuto in sede progettuale, come pure non prevedeva di variare le modalità e/o i luoghi di utilizzo del materiale rispetto a quelli originariamente previsti in progetto.
A tutto ciò da adesso risposta il nuovo decreto. Enzo Fricano
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