SINTESI DEL RAPPORTO “PASSI” - SICILIANI PIGRI MA MIGLIORA IL RICORSO ALLA DIAGNOSI PRECOCE ONCOLOGICA
Palermo, 16 dicembre 2008 - I siciliani fanno poca attività fisica, molti non indossano le cinture di sicurezza in automobile e sono ancora pochi coloro che, tra chi dovrebbe, si vaccinano contro l’influenza. Migliora invece il ricorso alla diagnosi precoce oncologica. Nel complesso, la maggior parte dei siciliani si ritiene in buona salute.
Sono questi alcuni dei dati emersi dal rapporto regionale sul “sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia)”, presentato oggi dall’assessorato regionale alla Sanità: si tratta di un programma promosso dal ministero della Salute, che fornisce informazioni su abitudini e stili di vita e coglie l’andamento e le trasformazioni della nostra comunità, con lo scopo di aumentare i livelli complessivi di salute.
I risultati relativi al 2007 sono uno spunto di riflessione sull’utilità delle nuove informazioni, ora finalmente disponibili a livello di singole Ausl, per monitorare gli effetti degli interventi di sanità pubblica già in corso e in particolare il Piano regionale della prevenzione e il programma Guadagnare salute.
Le malattie cronico degenerative (soprattutto cardiovascolari e tumori) continuano a crescere di frequenza e riconoscono, tra i principali fattori di rischio, alcuni comportamenti modificabili, legati a stili di vita sempre più diffusi. Continuare a investire solo in assistenza non è più sostenibile, l’attenzione deve essere quindi focalizzata sulla prevenzione. Circa il 60 per cento dell’onere della spesa sanitaria in Europa è rappresentato dalla cura di patologie attribuibili a soli sette fattori principali: ipertensione, fumo, alcol, ipercolesterolemia, sovrappeso, basso consumo di frutta e verdura, inattività fisica.
Il sistema prevede la raccolta continua di dati sui principali fattori di rischio comportamentali per la salute e sull’adozione di misure di prevenzione da parte della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni. Gli ambiti indagati rientrano tra quelli considerati prioritari dalla programmazione sanitaria (salute, qualità di vita percepita, attività fisica, fumo alimentazione, alcool, sicurezza stradale, rischio cardiovascolare,, screening oncologici, vaccinazioni dell’adulto, salute mentale, incidenti domestici, aspetti sociodemografici).
In Sicilia è stato intervistato un campione casuale di 973 persone, selezionato dalla lista delle anagrafi sanitarie delle Ausl. Il 51 per cento degli intervistati è rappresentato da donne e il 49 da uomini. L’età media del campione è di 42 anni. Una persona su due ha un lavoro regolare, il 54 per cento del campione ha un livello di istruzione alto.
L’indagine, coordinata in Sicilia dal dipartimento Osservatorio epidemiologico, in collaborazione con il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’istituto superiore di Sanità e i dipartimenti di Prevenzione delle Ausl, rappresenta uno strumento innovativo considerato che in Europa solo pochi Paesi hanno attivato un’effettiva sorveglianza sui fattori di rischio comportamentali.
SINTESI DEL RAPPORTO “PASSI”
Percezione dello stato di salute: Il 61% delle persone intervistate ritiene buono o molto buono il proprio stato di salute, mentre solo il 30% dei soggetti con almeno una patologia severa ha una percezione positiva del proprio stato di salute.
Attività fisica: È completamente sedentario il 39% del campione (valore nazionale 28%). I sedentari sono principalmente le persone di 50-69 anni e le donne. In poco più di un quarto dei casi, i medici si informano e consigliano genericamente di svolgere attività fisica.
Abitudine al fumo: Il 30% si dichiara fumatore e il 15% ex fumatore. Quasi tutti gli ex-fumatori hanno smesso di fumare da soli e appena il 2% dichiara di aver smesso grazie ai farmaci. Il 55% dichiara che sul luogo di lavoro viene rispettato il divieto sul fumo, il 36% dichiara che nelle proprie abitazioni è permesso fumare “ovunque” (5%) o in “alcune zone” (31%).
Situazione nutrizionale e abitudini alimentari: Il 32% del campione è in sovrappeso, gli obesi sono il 14%.(valore nazionale 11%) L’eccesso ponderale è trattato nel 27% dei casi con dieta e nel 59% con la pratica di attività fisica regolare. Il consumo di frutta e verdura risulta diffuso, anche se solo il 7% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumandone cinque volte al giorno.
Consumo di alcool: Si stima che circa la metà della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e l’11% abbia abitudini di consumo considerate a rischio. Gli operatori sanitari si informano solo raramente sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcool consigliando di moderarne il consumo.
Sicurezza stradale: Oltre un quarto (27%) dichiara di non utilizzare con continuità la cintura anteriore (riferimento nazionale 18%) mentre la cintura di sicurezza sui sedili posteriori viene utilizzata solo dall’8% degli intervistati. Il 3% dichiara, inoltre, di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente, il 6% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza.
Infortuni domestici: La percezione del rischio infortunistico in ambito domestico, in Sicilia, non è elevata: il 95% ritiene questo rischio basso o assente (valore nazionale 91%) . La percentuale degli intervistati che ha ricevuto informazioni sugli infortuni domestici, da medici o altri operatori sanitari, è limitata al 25%: tra questi, il 34% ha reso più sicura la propria abitazione.
Vaccinazione antinfluenzale: In media, solo il 23% (valore nazionale 28%) delle persone tra i 18 e i 64 anni, con almeno una patologia cronica, si è vaccinata lo scorso anno.
Vaccinazione antirosolia: Il numero di donne suscettibili alla rosolia è ancora molto lontano dal 5% necessario per eliminare la rosolia congenita: infatti la percentuale di donne suscettibili o con stato immunitario sconosciuto è pari al 52%.
Rischio cardiovascolare: Si stima che sia iperteso più di un quinto della popolazione siciliana, tra i 18 e 69 anni; il 71% di tale popolazione è in trattamento farmacologico. Al 15% non è mai stata misurata la pressione arteriosa. Circa una persona su quattro dichiara di avere valori elevati di colesterolemia e, tra questi, il 30% dichiara di essere in trattamento farmacologico. Circa una persona su tre (32%) dichiara di non aver mai misurato il colesterolo. La carta del rischio cardiovascolare è ancora scarsamente utilizzata da parte dei medici: solo il 7% dei 35-69enni intervistati riferisce di aver avuto valutato il rischio cardiovascolare dal proprio medico.
Sintomi di depressione: In Sicilia il 12% (valore nazionale 9%) riferisce di aver avuto sintomi di depressione, per almeno due settimane consecutive, nei 12 mesi precedenti. Sono più a rischio le donne, i meno giovani e le persone con difficoltà economiche o affette da patologie croniche.
Screening neoplasia del collo dell’utero: Anche se solo il 56% delle donne tra 25 e 64 anni ha effettuato il pap test negli ultimi tre anni, come raccomandato dalle linee guida., tale percentuale appare in forte crescita rispetto al 2005.
Screening neoplasia della mammella: il 47% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato una mammografia negli ultimi due anni come raccomandato ma tale valore è notevolmente aumentato rispetto al precedente biennio.
Screening tumore del colon retto: l’11% degli ultracinquantenni ha eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci o una sigmoido-colonscopia a scopo preventivo, in significativo incremento rispetto al 2005 quando si registrava appena il 3%.
Palermo, 16 dicembre 2008 - I siciliani fanno poca attività fisica, molti non indossano le cinture di sicurezza in automobile e sono ancora pochi coloro che, tra chi dovrebbe, si vaccinano contro l’influenza. Migliora invece il ricorso alla diagnosi precoce oncologica. Nel complesso, la maggior parte dei siciliani si ritiene in buona salute.
Sono questi alcuni dei dati emersi dal rapporto regionale sul “sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia)”, presentato oggi dall’assessorato regionale alla Sanità: si tratta di un programma promosso dal ministero della Salute, che fornisce informazioni su abitudini e stili di vita e coglie l’andamento e le trasformazioni della nostra comunità, con lo scopo di aumentare i livelli complessivi di salute.
I risultati relativi al 2007 sono uno spunto di riflessione sull’utilità delle nuove informazioni, ora finalmente disponibili a livello di singole Ausl, per monitorare gli effetti degli interventi di sanità pubblica già in corso e in particolare il Piano regionale della prevenzione e il programma Guadagnare salute.
Le malattie cronico degenerative (soprattutto cardiovascolari e tumori) continuano a crescere di frequenza e riconoscono, tra i principali fattori di rischio, alcuni comportamenti modificabili, legati a stili di vita sempre più diffusi. Continuare a investire solo in assistenza non è più sostenibile, l’attenzione deve essere quindi focalizzata sulla prevenzione. Circa il 60 per cento dell’onere della spesa sanitaria in Europa è rappresentato dalla cura di patologie attribuibili a soli sette fattori principali: ipertensione, fumo, alcol, ipercolesterolemia, sovrappeso, basso consumo di frutta e verdura, inattività fisica.
Il sistema prevede la raccolta continua di dati sui principali fattori di rischio comportamentali per la salute e sull’adozione di misure di prevenzione da parte della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni. Gli ambiti indagati rientrano tra quelli considerati prioritari dalla programmazione sanitaria (salute, qualità di vita percepita, attività fisica, fumo alimentazione, alcool, sicurezza stradale, rischio cardiovascolare,, screening oncologici, vaccinazioni dell’adulto, salute mentale, incidenti domestici, aspetti sociodemografici).
In Sicilia è stato intervistato un campione casuale di 973 persone, selezionato dalla lista delle anagrafi sanitarie delle Ausl. Il 51 per cento degli intervistati è rappresentato da donne e il 49 da uomini. L’età media del campione è di 42 anni. Una persona su due ha un lavoro regolare, il 54 per cento del campione ha un livello di istruzione alto.
L’indagine, coordinata in Sicilia dal dipartimento Osservatorio epidemiologico, in collaborazione con il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’istituto superiore di Sanità e i dipartimenti di Prevenzione delle Ausl, rappresenta uno strumento innovativo considerato che in Europa solo pochi Paesi hanno attivato un’effettiva sorveglianza sui fattori di rischio comportamentali.
SINTESI DEL RAPPORTO “PASSI”
Percezione dello stato di salute: Il 61% delle persone intervistate ritiene buono o molto buono il proprio stato di salute, mentre solo il 30% dei soggetti con almeno una patologia severa ha una percezione positiva del proprio stato di salute.
Attività fisica: È completamente sedentario il 39% del campione (valore nazionale 28%). I sedentari sono principalmente le persone di 50-69 anni e le donne. In poco più di un quarto dei casi, i medici si informano e consigliano genericamente di svolgere attività fisica.
Abitudine al fumo: Il 30% si dichiara fumatore e il 15% ex fumatore. Quasi tutti gli ex-fumatori hanno smesso di fumare da soli e appena il 2% dichiara di aver smesso grazie ai farmaci. Il 55% dichiara che sul luogo di lavoro viene rispettato il divieto sul fumo, il 36% dichiara che nelle proprie abitazioni è permesso fumare “ovunque” (5%) o in “alcune zone” (31%).
Situazione nutrizionale e abitudini alimentari: Il 32% del campione è in sovrappeso, gli obesi sono il 14%.(valore nazionale 11%) L’eccesso ponderale è trattato nel 27% dei casi con dieta e nel 59% con la pratica di attività fisica regolare. Il consumo di frutta e verdura risulta diffuso, anche se solo il 7% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumandone cinque volte al giorno.
Consumo di alcool: Si stima che circa la metà della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e l’11% abbia abitudini di consumo considerate a rischio. Gli operatori sanitari si informano solo raramente sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcool consigliando di moderarne il consumo.
Sicurezza stradale: Oltre un quarto (27%) dichiara di non utilizzare con continuità la cintura anteriore (riferimento nazionale 18%) mentre la cintura di sicurezza sui sedili posteriori viene utilizzata solo dall’8% degli intervistati. Il 3% dichiara, inoltre, di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente, il 6% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza.
Infortuni domestici: La percezione del rischio infortunistico in ambito domestico, in Sicilia, non è elevata: il 95% ritiene questo rischio basso o assente (valore nazionale 91%) . La percentuale degli intervistati che ha ricevuto informazioni sugli infortuni domestici, da medici o altri operatori sanitari, è limitata al 25%: tra questi, il 34% ha reso più sicura la propria abitazione.
Vaccinazione antinfluenzale: In media, solo il 23% (valore nazionale 28%) delle persone tra i 18 e i 64 anni, con almeno una patologia cronica, si è vaccinata lo scorso anno.
Vaccinazione antirosolia: Il numero di donne suscettibili alla rosolia è ancora molto lontano dal 5% necessario per eliminare la rosolia congenita: infatti la percentuale di donne suscettibili o con stato immunitario sconosciuto è pari al 52%.
Rischio cardiovascolare: Si stima che sia iperteso più di un quinto della popolazione siciliana, tra i 18 e 69 anni; il 71% di tale popolazione è in trattamento farmacologico. Al 15% non è mai stata misurata la pressione arteriosa. Circa una persona su quattro dichiara di avere valori elevati di colesterolemia e, tra questi, il 30% dichiara di essere in trattamento farmacologico. Circa una persona su tre (32%) dichiara di non aver mai misurato il colesterolo. La carta del rischio cardiovascolare è ancora scarsamente utilizzata da parte dei medici: solo il 7% dei 35-69enni intervistati riferisce di aver avuto valutato il rischio cardiovascolare dal proprio medico.
Sintomi di depressione: In Sicilia il 12% (valore nazionale 9%) riferisce di aver avuto sintomi di depressione, per almeno due settimane consecutive, nei 12 mesi precedenti. Sono più a rischio le donne, i meno giovani e le persone con difficoltà economiche o affette da patologie croniche.
Screening neoplasia del collo dell’utero: Anche se solo il 56% delle donne tra 25 e 64 anni ha effettuato il pap test negli ultimi tre anni, come raccomandato dalle linee guida., tale percentuale appare in forte crescita rispetto al 2005.
Screening neoplasia della mammella: il 47% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato una mammografia negli ultimi due anni come raccomandato ma tale valore è notevolmente aumentato rispetto al precedente biennio.
Screening tumore del colon retto: l’11% degli ultracinquantenni ha eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci o una sigmoido-colonscopia a scopo preventivo, in significativo incremento rispetto al 2005 quando si registrava appena il 3%.
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