Palermo, 9 ottobre 2008 - Sono 3.164 i viticoltori siciliani che hanno presentato richiesta per poter estirpare i propri vigneti, usufruendo dei contributi messi a disposizione dall’Unione europea. Gli ettari interessati sono 6.760 sui 12.800 ammessi come tetto massimo. In tutta Italia, le domande pervenute sono 13.631, con 22.553 ettari. “Si tratta - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - di tante piccole aziende di ridotte dimensioni che non avrebbero potuto stare sul mercato. Pertanto è la logica conseguenza della riforma dell’Ocm vino. Visto, infatti, che in alcune zone i vigneti non sono affatto remunerativi e non c’è neanche mercato per cedere i diritti di impianto, per i viticoltori è meglio procedere con l’estirpazione”. Il cosiddetto “abbandono definitivo” è stato reintrodotto dalla riforma dell’Ocm vino entrata in vigore dal primo agosto scorso. Per il triennio 2009-2011, è stato stanziato da Bruxelles oltre un miliardo di euro per estirpare complessivamente 175 mila ettari di vigneti in Europa. Per l’Italia, il plafond a disposizione è di 58.435 ettari, con un tetto del 10% per ogni singola Regione. La superficie massima che poteva essere estirpata in Sicilia era quindi di 12.800 ettari, su quella complessiva di 128mila. Il contributo che verrà assegnato a coloro che vorranno usufruire dell’abbandono definitivo varia da 1.700 a 14.000 euro ad ettaro, in base alla resa media (da 20 a 220 ettolitri) del vigneto negli ultimi 5 anni. Si stima che in Sicilia il contributo medio sarà di circa 7mila euro ad ettaro. Le domande dovevano essere presentate entro il 15 settembre.
La Sicilia è una delle poche regioni italiane ad avere indicato le zone escluse dal regime di aiuti per l’abbandono definitivo dei vigneti. La superficie minima da estirpare per poter accedere ai contributi era di 0,1 ettari. Le aree escluse sono due. Quella di delimitazione del disciplinare della Doc Etna, circa 3.500 ettari, dove la maggior parte dei vitigni sono: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Carricante, Nerello Cappuccio e Catarratto. E quella delle isole minori (Eolie e Pantelleria), circa 900 ettari, nelle quali i vitigni maggiormente coltivati sono lo Zibibbo (Pantelleria) e la Malvasia (Eolie). La zona dell’Etna è stata salvaguardata perché in montagna, le isole minori per motivi ambientali. “Abbiamo voluto blindare - afferma l’assessore La Via - una parte del territorio regionale perché in alcune zone di montagna come l’Etna o nelle isole minori come le Eolie e Pantelleria, i vigneti hanno anche una funzione ambientale di tutela del territorio. E proprio in queste zone ci sono molti vitigni autoctoni e storici che andavano tutelati”.
Fabio De Pasquale
La Sicilia è una delle poche regioni italiane ad avere indicato le zone escluse dal regime di aiuti per l’abbandono definitivo dei vigneti. La superficie minima da estirpare per poter accedere ai contributi era di 0,1 ettari. Le aree escluse sono due. Quella di delimitazione del disciplinare della Doc Etna, circa 3.500 ettari, dove la maggior parte dei vitigni sono: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Carricante, Nerello Cappuccio e Catarratto. E quella delle isole minori (Eolie e Pantelleria), circa 900 ettari, nelle quali i vitigni maggiormente coltivati sono lo Zibibbo (Pantelleria) e la Malvasia (Eolie). La zona dell’Etna è stata salvaguardata perché in montagna, le isole minori per motivi ambientali. “Abbiamo voluto blindare - afferma l’assessore La Via - una parte del territorio regionale perché in alcune zone di montagna come l’Etna o nelle isole minori come le Eolie e Pantelleria, i vigneti hanno anche una funzione ambientale di tutela del territorio. E proprio in queste zone ci sono molti vitigni autoctoni e storici che andavano tutelati”.
Fabio De Pasquale
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