Palermo, 21 novembre 2008 -“L’impegno del Governo regionale per la scuola siciliana prosegue e si articola su più fronti, per fare in modo che essa sia strumento di educazione e formazione a servizio della nostra cultura e della nostra terra”. Così si è espresso il presidente della Regione Raffaele Lombardo intervenendo al Convegno interregionale dell’UCIIM, l’associazione professionale degli insegnati cattolici della scuola media e superiore in corso a Palermo.
Lombardo ha comunicato agli insegnati presenti alcune tra le più importanti iniziative assunte di recente, a partire dal ricorso alla Corte Costituzionale deciso oggi dalla Giunta di Governo, contro i piani di dimensionamento delle scuole inserito nei recenti provvedimenti del ministro Gelmini, perché configgente con l’esercizio di competenze proprie della nostra regione.
“Abbiamo inoltre, ha aggiunto il presidente, individuato le somme necessarie per poter adempiere ai piani dell’obbligo formativo, così da avviare con tempestività i bandi di quest’anno”.
Lombardo ha poi illustrato le line strategiche della riforma dell’amministrazione regionale volte a raggiungere maggiore efficacia e risparmio nella spesa, attraverso l’unificazione amministrativa dei dipartimenti Pubblica Istruzione e Formazione professionale, in attesa che per via legislativa si giunga ad una accorpamento degli assessorati.
Soffermandosi poi sul tema del convegno “Il Mezzogiorno d’Italia: malessere sociale e prospettive di sviluppo”, Lombardo ha ricordato come il tema del Mezzogiorno sia ormai scomparso dal dibattito politico, “a tutto vantaggio di una questione settentrionale che mal si concilia con una situazione del Sud che si allontana sempre più dalle condizioni economiche di quelle del resto del Paese”.
“L’Italia – ha proseguito – è tra le poche nazioni europee in cui esiste un così netto divario tra zone ricche e zone meno ricche e, purtroppo, questo divario tende a crescere. Mi permetto di aggiungere che riaffermare la centralità del Mezzogiorno non vuol dire rivendicare torti subiti, ma almeno ricordare come dall’unificazione in poi si sia sempre più scavato un solco tra nord e sud che fino a quel momento non esisteva”. Francesco Inguanti