Roma, 5 dic 2008 - “‘All Human Rights for All’ era il titolo che, nel 1998, le Nazioni Unite diedero alla campagna per la celebrazione del cinquantenario della Dichiarazione universale dei Diritti umani. Producemmo allora un film collettivo, ‘Intolerance’, che vide impegnata buona parte dei cineasti italiani. ‘All Human Rights for All. Sguardi del cinema italiano sui diritti umani’ è ora il titolo di un film di trenta cortometraggi, quanti gli articoli della Dichiarazione, ancora una volta realizzato gratuitamente da autori e maestranze del cinema italiano (oltre 800, ndr), quale contributo alla campagna italiana ‘Human Rights Day’ coordinata dall’Associazione culturale Rinascimento”. Così il presidente dell’associazione, Roberto Torelli, ideatore di questo film collettivo di trentuno registi italiani che firmano trenta corti uno per ogni articolo della Dichiarazione universale dei Diritti umani firmata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Il film è un’opera alta non solo dal punto di vista contenutistico ma anche stilistico; e RaiTre manderà in onda la prossima settimana i trenta cortometraggi all’interno dei programmi “Cominciamo bene” e “Geo & Geo”, “Le storie”, “Gt Ragazzi”, “Ballarò”, “Mi manda RaiTre”, “Chi l’ha visto?”, “Parla con me”, “Linea notte”, “Glob” e “Fuori orario”.
Apre il racconto Carlo Lizzani che fa vedere anche immagini in bianco e nero della storica firma. Segue il racconto appassionato dell’unico corto a firma di due registi, Giobbe Covatta e Paola Catella, sulla vana ricerca dello scolaro perfetto. Da brividi il film sull’infanzia di Giorgio Treves, il cui finale coglie di sorpresa ma rasserena. Claudio Camarca porta sullo schermo il calvario di una donna, costretta a prostituirsi: è la tratta delle schiave odierna. Seguono: Emanuele Scaringi sulle “torture” in carcere; Daniele Cini sui desaparecidos in Argentina; Tekla Taidelli sull’impunità delle forze dell’ordine; Anne-Riitta Ciccone (nata a Helsinki) sullo stupro che la maggior parte delle donne non denuncia. E ancora ci sono i corti di Fiorella Infascelli sull’articolo 9 della Dichiarazione universale; Ivano De Matteo; Costanza Quatriglio; Marina Spada; Nello Correale; Moshen Melliti (di origine tunisina); Daniele Luchetti; Giovanni Veronesi (che si avvale di una straordinaria interpretazione di Rocco Papaleo); Matteo Cerami; Luciano Emmer; Giuseppe Ferrara; Antonietta De Lillo; Antonello Grimaldi; Wilma Labate; Vittorio De Seta; Saverio Di Biagio; Roberta Torre; Pasquale Scimeca; Liliana Ginanneschi; Fausto Paravidino; Antonio Lucifero; e Citto Maselli, che chiude il film con una delle immagini più crude. Mostra una prostituta buttata per terra in una stanza di una questura italiana: è la foto che ha fatto il giro sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Eppure, l’articolo 30 cita: “Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati”. (Il Velino)
Apre il racconto Carlo Lizzani che fa vedere anche immagini in bianco e nero della storica firma. Segue il racconto appassionato dell’unico corto a firma di due registi, Giobbe Covatta e Paola Catella, sulla vana ricerca dello scolaro perfetto. Da brividi il film sull’infanzia di Giorgio Treves, il cui finale coglie di sorpresa ma rasserena. Claudio Camarca porta sullo schermo il calvario di una donna, costretta a prostituirsi: è la tratta delle schiave odierna. Seguono: Emanuele Scaringi sulle “torture” in carcere; Daniele Cini sui desaparecidos in Argentina; Tekla Taidelli sull’impunità delle forze dell’ordine; Anne-Riitta Ciccone (nata a Helsinki) sullo stupro che la maggior parte delle donne non denuncia. E ancora ci sono i corti di Fiorella Infascelli sull’articolo 9 della Dichiarazione universale; Ivano De Matteo; Costanza Quatriglio; Marina Spada; Nello Correale; Moshen Melliti (di origine tunisina); Daniele Luchetti; Giovanni Veronesi (che si avvale di una straordinaria interpretazione di Rocco Papaleo); Matteo Cerami; Luciano Emmer; Giuseppe Ferrara; Antonietta De Lillo; Antonello Grimaldi; Wilma Labate; Vittorio De Seta; Saverio Di Biagio; Roberta Torre; Pasquale Scimeca; Liliana Ginanneschi; Fausto Paravidino; Antonio Lucifero; e Citto Maselli, che chiude il film con una delle immagini più crude. Mostra una prostituta buttata per terra in una stanza di una questura italiana: è la foto che ha fatto il giro sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Eppure, l’articolo 30 cita: “Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati”. (Il Velino)
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