(Il Giornale, 4 ottobre 2008) - Sono scritti in una lettera, ora agli atti della procura di Patti, i motivi che hanno spinto al suicidio Adolfo Parmaliana, 50 anni, noto e stimato docente universitario messinese, autore di numerose denunce contro la mala amministrazione e i legami tra la massoneria, le cosche mafiose della provincia e i colletti bianchi. Nella missiva, sequestrata dai carabinieri, il professore, che si è lanciato da un viadotto dell’autostrada, avrebbe denunciato una sorta di complotto ordito contro di lui dai vertici della procura di Barcellona Pozzo di Gotto che, recentemente, l’aveva rinviato a giudizio per diffamazione.

(Ansa, 3 ottobre 2008) - MAFIA: DOCENTE SUICIDA, IN UNA LETTERA DENUNCE ALLA 'CUPOLA DEI GIUDICI'
PALERMO - Sono scritti in una lettera, ora agli atti della procura di Patti, i motivi che hanno spinto al suicidio Adolfo Parmaliana, 50 anni, noto e stimato docente universitario messinese, autore di numerose denunce contro la mala amministrazione e i legami tra la massoneria, le cosche mafiose della provincia e i colletti bianchi. Nella missiva, sequestrata dai carabinieri, il professore - un passato attivissimo nel Pci, prima, e poi nei Ds - avrebbe denunciato una sorta di complotto ordito contro di lui dai vertici della procura di Barcellona Pozzo di Gotto che, recentemente, l'aveva rinviato a giudizio per diffamazione. "Per lui è stato un colpo durissimo - dice il suo legale, l'avvocato Fabio Repici - Si è sentito tradito dalla giustizia". Nella lettera, Parmaliana punterebbe il dito contro una sorta di "cupola giudiziaria" colpevole, in passato, di avere ignorato le sue denunce su collusioni tra cosche e insospettabili amministratori; ora di averlo punito con un rinvio a giudizio illegittimo, proprio per le battaglie di legalità combattute anche contro certa magistratura. Il docente avrebbe dovuto rispondere davanti ai giudici delle accuse mosse all'ex vicesindaco di Terme Vigliatore, paese in cui viveva, e di due manifesti affissi in paese dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. "Giustizia è fatta - scrisse nel 2005 il professore - gli onesti hanno vinto". "In nessun caso - dice l'avvocato - il mio cliente fece nomi. Le querele sporte contro di lui, inoltre, erano tutte fuori termine e, nonostante ciò, è arrivato il rinvio a giudizio". "Parmaliana era totalmente sfiduciato dalla giustizia barcellonese", continua il legale. Una sfiducia, che - a dire del penalista - l'avrebbe spinto a organizzare il suicidio in modo tale da far ricadere la competenza territoriale su eventuali indagini, non sulla Procura di Barcellona, ma su quella di Patti. Lo proverebbe il fatto che il docente avrebbe scelto di morire buttandosi da un viadotto nel territorio del comune di Patti. Terme Vigliatore darà domani il suo saluto al concittadino da tempo isolato, dicono gli amici, anche da alcuni ex compagni di partito che non avrebbero gradito i suoi attacchi all'ex sindaco diessino Bartolo Cipriano. "E' un'altra vittima di Cosa nostra - commenta il parlamentare del Pd Giuseppe Lumia che ne ricorda le battaglie - bisognerà fare una riflessione seria su cosa è avvenuto in quel territorio, su quanto è stato fatto dalla stessa procura di Barcellona Pozzo di Gotto".

Aprile: Parmaliana, la mafia uccide ancora