Palermo, 7 novembre 2008 - “Esenzione dal pagamento del ticket sanitario per i minori in adozione e sottoposti a provvedimenti di tutela (affido familiare, ricovero in comunità alloggio o case famiglia)”. Lo chiede l’assessore regionale per la Famiglia, Francesco Scoma, all’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, con una lettera indirizzata al titolare dell’assessorato di piazza Ottavio Ziino. Nella missiva Scoma invita Russo a “volere valutare l’esenzione dal ticket sanitario per i minori in adozione e per quelli sottoposti a provvedimenti di tutela, al fine di dare piena applicazione, anche in Sicilia, al decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29/9/2001, nonché a fornire finalmente un’adeguata risposta sul piano sanitario a persone duramente provate nella loro seppure breve vita. Un tuo provvedimento in tal senso - scrive Scoma - inoltre incentiverebbe l’affido e l’adozione, due istituti che consentono di accudire il minore in un ambiente familiare facendo conseguire un risparmio per le casse erariali legato al mancato pagamento della retta di ricovero”. In Sicilia sono circa 3000 i minori che potrebbero beneficiare dell’esenzione così come prevede il decreto sulla “definizione dei livelli essenziali di assistenza” (D.P.C.M, 29/9/01) che definisce le prestazioni sanitarie (comprese quelle medico specialistiche, psico terapeutiche e di indagine diagnostica) in favore dei minori in situazione di disagio, di disadattamento e di devianza. Il decreto stabilisce inoltre che esse siano al 100% a carico del Servizio sanitario nazionale, prevedendole comunque all’interno dell’area materno infantile. “Ma nella realtà siciliana - scrive Scoma - all’interno dell’area materno infantile la fruizione di prestazioni sanitarie da parte di minori è riconducibile esclusivamente ai consultori familiari e alla Neuropsichiatria infantile, servizi che non prevedono la vasta gamma di prestazioni specialistiche e di indagine diagnostica di cui può necessitare un minore in condizione di disagio. E mi riferisco, in particolar modo, a minori in affidamento familiare o ricoverati in case famiglia o comunità alloggio e ai minori adottati: tutti soggetti che provengono da famiglie gravemente trascuranti, che spesso hanno subito maltrattamenti e abusi della peggior specie”.
Allo stato attuale l’unica possibilità, per i minori in questione, di potere accedere ad una serie di prestazioni specialistiche indispensabili per un sano sviluppo è quella di ottenere il riconoscimento di invalidità (legge 104), “provvedimento al quale si può ricorrere - prosegue il documento - solo in presenza di patologie gravi, nelle quali non può essere comunque compresso il quadro di generale ritardo psico motorio e dello sviluppo, nonché patologie croniche come asma e bronchite, carie, delle quali sono tipicamente affetti”. Inoltre Scoma sottolinea un altro aspetto: “le difficoltà, spesso lamentate agli uffici di questo assessorato, delle comunità, delle case famiglia e delle famiglie affidatarie e adottive ad affrontare le spese del ticket sanitario per i minori in questione. Nell’ultimo anno, secondo i dati in nostro possesso, abbiamo assistito ad una forte contrazione, almeno del 30%, del numero di famiglie che presentano istanza di disponibilità all’adozione o che si propongono come famiglie affidatarie. Questo calo può essere riconducibile - prosegue - anche alla difficoltà dei nuclei di farsi carico delle spese che comporta l’arrivo in famiglia di un minore (anche bisognoso di cure mediche)”. Salvatore Wladimir Pantaleone