Palermo, 9 novembre 2008 - “Quale acquacoltura per la Sicilia?” è il titolo del seminario che si terrà domani (10 novembre), dalle ore 17.00, a Pozzallo, presso l’azienda agro-ittica “Salvamar”, in contrada “Zona Porto”. Il convegno, organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura, vuole fare il punto sull’attivazione di una filiera interamente regionale sull'acquacoltura in “acque interne”.
Durante il seminario sarà eseguita la prova sperimentale-dimostrativa sul finissaggio in acque salmastre della trota e di altre specie. A concludere i lavori sarà l’assessore regionale all’Agricoltura e foreste, Giovanni La Via.
La Sicilia ha conosciuto, in questi ultimi anni, un intenso e continuo sviluppo delle pratiche d’acquacoltura, soprattutto di specie marine come spigola, orata, ma anche sarago pizzuto e dentice.
Nell’ultimo periodo, in Italia, rispetto al totale dell’offerta di mercato, la percentuale di pesce proveniente dagli allevamenti si è confermata in continuo aumento, attestandosi al 40%, con una produzione nazionale che supera le 230 mila tonnellate (comprese le produzioni dei molluschi bivalvi che rappresentano oltre il 70% della produzione totale) e un fatturato aziendale lordo di oltre un miliardo di euro.
La Sicilia, limitatamente alle specie eurialine, spigole e orate su tutte, contribuisce per il 35% al totale nazionale, per il 6% al totale di pesci di tutte le specie prodotte (marine e acquadulcicole) e per l’1,2% all’intero prodotto nazionale. Tutto questo, espresso in numeri, equivale a 2.800 tonnellate di produzione siciliana, per un giro di affari di 12 milioni di euro. Fabio De Pasquale
Durante il seminario sarà eseguita la prova sperimentale-dimostrativa sul finissaggio in acque salmastre della trota e di altre specie. A concludere i lavori sarà l’assessore regionale all’Agricoltura e foreste, Giovanni La Via.
La Sicilia ha conosciuto, in questi ultimi anni, un intenso e continuo sviluppo delle pratiche d’acquacoltura, soprattutto di specie marine come spigola, orata, ma anche sarago pizzuto e dentice.
Nell’ultimo periodo, in Italia, rispetto al totale dell’offerta di mercato, la percentuale di pesce proveniente dagli allevamenti si è confermata in continuo aumento, attestandosi al 40%, con una produzione nazionale che supera le 230 mila tonnellate (comprese le produzioni dei molluschi bivalvi che rappresentano oltre il 70% della produzione totale) e un fatturato aziendale lordo di oltre un miliardo di euro.
La Sicilia, limitatamente alle specie eurialine, spigole e orate su tutte, contribuisce per il 35% al totale nazionale, per il 6% al totale di pesci di tutte le specie prodotte (marine e acquadulcicole) e per l’1,2% all’intero prodotto nazionale. Tutto questo, espresso in numeri, equivale a 2.800 tonnellate di produzione siciliana, per un giro di affari di 12 milioni di euro. Fabio De Pasquale
Nessun commento:
Posta un commento