di Laura Compagnino
Palermo, 11 novembre 2008 - “Nascerà il parco archeologico di Himera e la vecchia stazione di Buonfornello diverrà uno spazio museale al servizio di questo meraviglioso sito di grande importanza e bellezza”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro, presentando alla stampa la campagna di scavi archeologici, nell’area della necropoli occidentale dell’antica colonia greca di Himera. Alla manifestazione hanno preso parte, inoltre, Alfonso Belluccia, direttore compartimentale infrastrutture di Rete Ferroviaria Italiana e la Soprintendente per i Beni culturali ed ambientali di Palermo, Adele Mormino.
Le indagini interessano un tratto del nuovo tracciato ferroviario, lungo circa 650 metri, in prossimità dell’autostrada Palermo-Catania, in territorio di Termini Imerese. I lavori, avviati già nello scorso mese di settembre, sono propedeutici alla realizzazione del raddoppio ferroviario Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo. Già da anni, nell’ambito del progetto per la definizione del nuovo tracciato ferroviario che prevede lo spostamento del vecchio binario, distante pochi metri dal Tempio della Vittoria e che attraversa l’intera area archeologica, sono stati realizzati numerosi saggi che hanno consentito di trovare una valida alternativa per la nuova linea, senza sovrapposizioni con l’ abitato antico. Soltanto in un tratto, avendo verificato la coincidenza di un’area di necropoli con il percorso del nuovo doppio binario, si è programmata, di comune accordo tra la Soprintendenza di Palermo, ed RFI, una campagna di scavi preventiva alla realizzazione delle opere, per l’esplorazione delle antiche tombe costituite da elementi mobili, la cui indagine avrebbe comportato, in ogni caso, la loro completa rimozione.
“La necropoli - ha continuato Antinoro - è di straordinaria bellezza e di notevoli dimensioni. Le prime stime indicano la presenza di circa diecimila tombe in loco, per cui si può ritenere a buon titolo una delle più importanti scoperte degli ultimi anni”. “Il sito di Himera - ha proseguito - rappresenta nella sua interezza, uno dei più importanti di tutta l’Isola e con questa consapevolezza abbiamo scelto di perseguire una strategia comune di collaborazione fra diversi enti ed istituzioni che ha dato ottimi frutti: sarà tutelata e valorizzata la necropoli e l’intero sito, consentendo al tempo stesso la realizzazione di un’opera infrastrutturale strategica, attesa da oltre 25 anni. E’ il primo passo in una nuova direzione che avrà come tappa successiva l’accordo fra RFI e Regione siciliana-assessorato Beni Culturali, per la cessione alla regione della vecchia stazione di Buonfornello, limitrofa alla necropoli, nel quale si ipotizza di allestire uno spazio museale”. L’Assessore Antinoro ha annunciato che parallelamente si avvierà l’iter per la creazione del parco archeologico di Himera. “In un’ottica sinergica e di sviluppo che parta dal basso - ha detto - è fondamentale che a questo processo partecipino i comuni di Campofelice di Roccella, di Termini Imerese e gli altri comuni del comprensorio, insieme all’assessorato regionale Beni Culturali. A questi enti locali chiedo di iniziare sin da subito a presentare proposte di lavoro, in modo da poter avere progetti operativi e condivisi sin dal giorno successivo alla conclusione degli scavi”.

SCHEDA

Archeologia preventiva lungo la ferrovia Palermo-Messina nella necropoli di Himera
Dal mese di settembre è stata avviata, lungo il percorso del raddoppio della ferrovia Palermo-Messina, una campagna di scavi archeologici nell’area della necropoli occidentale dell’antica colonia greca di Himera. Le indagini interessano un tratto del nuovo tracciato ferroviario, lungo circa 650 m, in prossimità dell’autostrada Palermo-Catania, in territorio di Termini Imerese.
Già da anni, nell’ambito del progetto per la definizione del nuovo tracciato ferroviario che prevede lo spostamento del vecchio binario, distante pochi metri dal Tempio della Vittoria e che attraversa l’intera area archeologica, sono stati realizzati numerosi saggi che hanno consentito di trovare una valida alternativa per la nuova linea, senza sovrapposizioni con l’ abitato antico. Soltanto in un tratto, avendo verificato la coincidenza di un’area di necropoli con il percorso del nuovo doppio binario, si è programmata, di comune accordo tra la Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Palermo, diretta da Adele Mormino, ed RFI, una campagna di scavi preventiva alla realizzazione delle opere, finalizzata all’esplorazione delle antiche tombe costituite da elementi mobili, la cui indagine avrebbe comportato, in ogni caso, la loro completa rimozione.
Lo scavo, finanziato da RFI, è coordinato dal Servizio Archeologico della Soprintendenza, diretto da Francesca Spatafora: sul campo, con la direzione scientifica di Stefano Vassallo, opera quotidianamente un’intera equipe di archeologi, antropologi, disegnatori e restauratori. Sulla base dei precedenti studi sulle necropoli imeresi, si prevedono risultati storico-archeologici di straordinario interesse per la conoscenza dei riti funerari greci, di età arcaico-classica (dalla metà del VII alla fine del V sec.a.C). Inoltre, sarà recuperata un’ingente quantità di reperti deposti nelle tombe come corredo funerario, che potranno trovare adeguata sistemazione nell’Antiquarium di Himera, dove, comunque, è visitabile una sezione interamente dedicata alle necropoli e che fornisce un’informazione chiara ed esaustiva cui fare riferimento per comprendere problematiche e aspetti analoghi a quelli che vanno emergendo negli scavi in corso.
Dopo il primo periodo di scavo, su un’area di m 50 x 25, sono già oltre cinquecento le tombe individuate, che ben documentano le più significative tipologie funerarie e i riti che accompagnavano i cerimoniali connessi alla deposizione dei morti. Elevatissima la percentuale di sepolture di neonati, circa il 25/30 %, i cui resti venivano posti entro anfore accompagnati, spesso, da oggetti di corredo, tra cui non mancano i guttus, piccoli vasetti di terracotta dotati di un beccuccio con funzione di poppatoi. L’elevata frequenza di queste tombe, di tipo ad enchytrismos, oltre alle tante altre sepolture infantili di diversi tipi presenti nella necropoli, confermano un dato ormai ben noto per tutto il mondo antico: l’alta percentuale di mortalità infantile, da mettere certamente in relazione con le scarse condizioni igieniche e con le poche difese dalle malattie nei primissimi mesi o anni di vita dei nuovi nati.
Per quanto riguarda gli adulti, è attestato sia il rito dell’inumazione che quello dell’incinerazione. Nel primo caso il cadavere poteva essere seppellito in piena terra, quasi sempre stretto in un sudario, oppure dentro casse di terracotta. Un tipo molto frequente è quello cosiddetto alla cappuccina, nel quale si deponeva il corpo, in posizione supina, su un letto di tegole piane (grandi lastre fittili larga 80 x 60 cm), esso veniva poi coperto da altre tegole a formare un tetto a due spioventi, per proteggere le spoglie del defunto. Le tombe ad incinerazioni sono ben identificabili grazie alla presenza di una larga chiazza di cenere e di bruciato, che indica il luogo dove il cadavere veniva deposto, su una pira o dentro una cassa di legno, per essere bruciato, secondo rituali ben codificati, tra il compianto dei parenti; lunghe cerimonie nelle quali poteva avere luogo anche un banchetto funerario. Solo in pochi casi le ossa, al termine del rituale, venivano raccolte e conservate dentro un vaso cinerario deposto al centro del luogo dell’arsione.
Interessanti i dati relativi allo studio antropologico degli scheletri, che già dai primi giorni di scavo sta fornendo preziose indicazioni sulla vita degli Imeresi (abitudini alimentari, malattie, morti violente eccetera) ma anche chiarimenti sulle modalità di deposizione dei cadaveri. È il caso di affrettate sepolture collettive, vere e proprie fosse comuni, legate quindi ad eventi straordinari, che potrebbero riferirsi ai morti delle due grandi battaglie di Himera, nel 480 e nel 409 a.C., tra Greci e Cartaginesi, combattute proprio nell’area occupata dalla necropoli.
Siamo ancora all’inizio di una lunga ricerca, che dovrebbe proseguire ancora per otto/nove mesi ma che già da ora si delinea di eccezionale importanza, con risultati che potranno non solo contribuire ad incrementare le conoscenze sui costumi funerari della Sicilia Greca, ma anche fornire un ingente patrimonio da valorizzare attraverso l’esposizione dei reperti rinvenuti che verranno, quindi, messi a disposizione di un pubblico ben più ampio che non il ristretto gruppo degli specialisti. Un’impresa di ampio respiro, che può ben esemplificare come il dialogo e la concertazione tra Enti Pubblici con compiti diversi possano mettere in condizione di operare sul territorio con obiettivi di alto profilo, perseguendo risultati qualificanti e di notevole valore anche per la valorizzazione del grande patrimonio culturale dell’isola.