Palermo, 27 novembre 2008 - “La mostra sulle migrazioni siciliane è una finestra aperta su una pagina di storia della Sicilia. Una pagina di dolore, per il distacco di tante migliaia di siciliani che hanno dovuto lasciare la loro terra per costuirsi un futuro lontano da casa, ma anche di speranza per un futuro migliore nel paese di approdo. Ma, attraverso i documenti, i reperti e le foto esposte, questa rassegna dimostra il percorso di integrazione dei siciliani nelle nuove realtà”.
Lo ha detto l'assessore al Lavoro e all'Emigrazione, Carmelo Incardona, commentando la mostra “Sicilian crossing to America and derived communities”, nei locali dell'ex chiesa di San Mattia dei crociferi, in via Torremuzza, a Palermo. La mostra è organizzata dalla Rete dei musei siciliani dell'emigrazione, diretta dal professor Marcello Saja, e finanziata dall'assessorato regionale al Lavoro e all'Emigrazione.
“È un'importante iniziativa – prosegue Incardona - culturale e di memoria che, mi auguro, venga visitata da tantissimi giovani. Potranno conoscere meglio una pagina del passato della nostra terra, che ha coinvolto moltissime famiglie siciliane. I Siciliani che sono andati a vivere e lavorare in America e, più in generale, all'estero non hanno, comunque, spezzato i legami con la nostra isola e sta a noi rafforzare i rapporti, attraverso politiche e iniziative culturali che ravvivino l'identità originaria, così come essi stessi ci chiedono. Iniziative che andranno rivolte soprattutto ai discendenti di quei siciliani raffigurati nelle foto di questa mostra, le nuove generazioni che poco o nulla sanno della Sicilia di oggi, ben diversa dagli stereotipi o dai ricordi di chi dovette lasciarla tanti anni fa. In questo senso va inquadrato il protocollo d'intesa tra Regione e la Fondazione Lingua Italiana per la promozione dello studio della nostra lingua, che sarà firmato domani”. Stanislao Lauricina
Lo ha detto l'assessore al Lavoro e all'Emigrazione, Carmelo Incardona, commentando la mostra “Sicilian crossing to America and derived communities”, nei locali dell'ex chiesa di San Mattia dei crociferi, in via Torremuzza, a Palermo. La mostra è organizzata dalla Rete dei musei siciliani dell'emigrazione, diretta dal professor Marcello Saja, e finanziata dall'assessorato regionale al Lavoro e all'Emigrazione.
“È un'importante iniziativa – prosegue Incardona - culturale e di memoria che, mi auguro, venga visitata da tantissimi giovani. Potranno conoscere meglio una pagina del passato della nostra terra, che ha coinvolto moltissime famiglie siciliane. I Siciliani che sono andati a vivere e lavorare in America e, più in generale, all'estero non hanno, comunque, spezzato i legami con la nostra isola e sta a noi rafforzare i rapporti, attraverso politiche e iniziative culturali che ravvivino l'identità originaria, così come essi stessi ci chiedono. Iniziative che andranno rivolte soprattutto ai discendenti di quei siciliani raffigurati nelle foto di questa mostra, le nuove generazioni che poco o nulla sanno della Sicilia di oggi, ben diversa dagli stereotipi o dai ricordi di chi dovette lasciarla tanti anni fa. In questo senso va inquadrato il protocollo d'intesa tra Regione e la Fondazione Lingua Italiana per la promozione dello studio della nostra lingua, che sarà firmato domani”. Stanislao Lauricina
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